Annunciata

tempera ed olio su tavola

cm. 45 x 34,5

Palermo, Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis

 

 

Realizzata nel 1475 circa, questa celeberrima opera conferma lo straordinario ed innovativo talento di Antonello e la sintesi a cui perviene la sua visione pittorica.

 

È questa un’immagine del tutto rivoluzionaria, un’Annunciazione senza l’Angelo annunciante, in cui l’Artista si concentra sulla figura della Madonna e ce la restituisce in un ritratto vero e proprio.

 

Alcuni elementi sono di evidente ispirazione fiamminga: lo sfondo scuro, l’illuminazione laterale, il taglio della figura a mezzo busto, l’attenzione narrativa per i dettagli, esaltati dall’uso della pittura ad olio. Ma la sensibilità con cui è realizzata l’Annunciata è del tutto antonelliana. Il realismo fiammingo, più epidermico, è superato dall’intensità del momento scelto: la giovane donna è colta nell’attimo della visione. L’angelo non si vede ma se ne percepisce la presenza, e l’osservatore risulta così direttamente coinvolto nell’evento, come testimone o addirittura “al posto” dell’angelo stesso.

 

La luce laterale, che definisce plasticamente il volto di Maria dall’ovale idealmente perfetto, ne coglie i tratti mediterranei e crea un clima intimo e riservato; la piega del manto che le copre il capo forma un asse che la collega al leggio dipinto in basso.

 

La figura sembra frontale e statica per la sua monumentalità, immersa in uno spazio indefinito; ma nella parte bassa del dipinto, la mano destra protesa in avanti, la sinistra che serra il manto, la posizione del leggio di scorcio, ce la mostrano viva, in posizione leggermente obliqua, in uno spazio reale davanti all’osservatore. Anche le pagine del libro aperto sul leggio sembrano fremere, appena sfiorate da un leggero movimento d’aria.

 

Il dipinto, pervenuto nel 1907 all’allora Museo Nazionale di Palermo grazie ad una donazione degli eredi del sacerdote Vincenzo Di Giovanni, e successivamente trasferito dal 1954 a Palazzo Abatellis, è oggi unanimemente riconosciuto come una delle vette del Rinascimento italiano.