Natività dell’oratorio di San Lorenzo a Palermo

 

Oggi entrando all’Oratorio di San Lorenzo ci troviamo davanti ad una pala d’altare raffigurante la Natività con i Santi Francesco e Lorenzo, tuttavia quella che possiamo ammirare è solo una copia di uno dei dipinti vittima di uno dei furti più clamorosi della storia. Caravaggio realizzò questo quadro per l’oratorio di San Lorenzo ma ancora è oggetto di studio e di dibattito il quando e il dove la tela fu eseguita. Sappiamo che, verosimilmente, la tela fu trafugata dall’oratorio la notte del 17 ottobre del 1969, furto scoperto molte ore dopo quando un custode entrò nell’oratorio e trovò la grande cornice vuota. L’ipotesi che l’opera fu realizzata a Palermo nel 1609 è ancorata alla citazione di Giovan Pietro Bellori che scrive: “[…] Ma la disgrazia di Michele non l’abbandonava, e ‘l timore lo scacciava di luogo in luogo; tantoche scorrendo egli la Sicilia, di Messina si trasferì à Palermo, dove per l’Oratorio della Compagnia di San Lorenzo, fece un’altra Natività; la Vergine che contempla il nato Bambino, con San Francesco, e San Lorenzo, vi è San Giuseppe à sedere, et un Angelo in aria, diffondendosi nella notte i lumi fra l’ombre[1].

 

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi, 1600 ca, olio su tela, dipinto rubato dall’Oratorio di San Lorenzo

In realtà non è stato mai trovato alcun documento che avvalori quanto scritto dal Bellori, la Natività, invece, rimanderebbe per molti confronti iconografici alle opere romane, in particolare a quelle prossime al 1600, quando Caravaggio era impegnato a San Luigi dei Francesi e, proprio, con il contesto della cappella Contarelli si notano diverse analogie. L’opera sarebbe quindi stata realizzata a Roma nel 1600 e portata a Palermo su commissione del mercante Fabio Nuti che gestiva dei traffici con il Meridione. In seguito ad approfondite ricerche negli archivi notarili è stata ricostruita un’interessante rete di relazioni personali tra Caravaggio, Roma, la Sicilia, Palermo e l’oratorio di San Lorenzo e un collegamento tra Nuti e Palermo.

 

Le indagini sul furto portarono subito alla pista mafiosa, sono state raccontate tantissime versioni negli anni anche poco aderenti alla realtà. È probabile che il furto sia stato commesso da giovani ladri che non avevano capito il valore reale del dipinto al contrario di Gaetano Badalamenti che, avendo capito quello che poteva valere, riuscì a rintracciare la refurtiva vendendola ad un antiquario svizzero. La tela sarebbe stata divisa in quattro parti per essere rivenduta a collezionisti.

 

Recentemente è stata scoperta la più antica riproduzione dell’oratorio, la litografia fu pubblicata nella serie L’Italie Monumentale & Artistique. Veus et Monuments Dessinés d’après nature par Ph. Benoist et lithographiés aux deux crayons par Bachelier, Ph. Benoist, et Jacottet.

 

La Madonna rappresentata nella tela è una sublime sintesi di “dolcezza e sensualità”[2], accanto è seduto San Giuseppe che, “con bellissima invenzione si contorce per contemplare coloro che contemplano, da bravo guardiano del prodigio secondo il ruolo storico assegnatogli[3].

 

“Coloro che contemplano” sono San Francesco e San Lorenzo e la figura di un pellegrino. Maria, seduta per terra, riprende l’iconografia della Madonna dell’Umiltà, di cui si custodiva presso il convento di San Francesco, attiguo all’Oratorio di San Lorenzo l’esemplare del ligure Bartolomeo da Camogli, oggi a Palazzo Abatellis.

 

Copia della Natività, Oratorio di San Lorenzo, Palermo

Alla fine del 2015 l’associazione Amici dei Musei Siciliani presieduta da Bernardo Tortorici di Raffadali, in collaborazione con Peter Glidewell si sono rivolti ai più grandi specialisti in riproduzioni d’arte, la società Factum Arte di Madrid per realizzare una copia della Natività sulla base dell’unica fotografia esistente del capolavoro del fotografo Enzo Brai.

 

La copia digitale restituisce l’illusione di un contesto risarcito, le opere d’arte non sono mai capolavori assoluti ma “relativi”, si è restituita la comunicazione esistente tra Caravaggio e le figure in stucco tessute dal Serpotta tra le pareti dell’Oratorio , il silenzio della tela del pittore dialoga con gli squilli dello scultore.

 

Ancora oggi la Natività del Caravaggio è nella lista dei “ricercati” famosi. Anche scrittori come Leonardo Sciascia ed Andrea Camilleri si sono ispirati al furto per la trama di romanzi quali Una storia semplice e Il colore del Sole e, più recentemente, Ruggero Cappuccio ha scritto Capolavoro d’amore. A questi bisogna poi aggiungere tutti gi studi di storici dell’arte e giornalisti.

 

Un furto di questa portata ci deve portare a riflettere sull’importanza della tutela delle opere d’arte e sul reale significato di patrimonio collettivo e appartenenza ad una comunità affinché  le nuove generazioni siano protagoniste di una cittadinanza attiva e sentano l’arte come parte della propria identità.

 

[1] G. P. Bellori, Le Vite de’ Pittori, Scultori et Architetti Moderni, Roma 1672, pp. 210-211.

[2] M. Cuppone, Caravaggio la Natività di Palermo. Nascita e scomparsa di un capolavoro, Saggi di Storia dell’Arte, Roma 2021, p. 13.

[3] M. Cinotti, Michelangelo Merisi detto il Caravaggio. Tutte le opere, Bergamo 1983, p. 481.