Palazzo della Zisa

 

La costruzione del Palazzo della Zisa, dall’arabo al-ʿAzīza ovvero “la splendida”, ebbe inizio nel 1165 per volere del re normanno Guglielmo I detto “Il Malo”, come casa di villeggiatura all’interno del meraviglioso parco reale, il Genoardo dall’arabo Jannat al-arḍ ovvero “paradiso della terra”, che si estendeva per chilometri oltre le mura del palazzo reale. L’opera fu completata dal suo successore Guglielmo II detto “Il Buono” nel 1175.

 

Una famosa iscrizione in caratteri nàskhi definisce il Palazzo della Zisa “il tesoro più bello e il più splendido tra i reami del mondo … una casa di letizia e di splendore, il paradiso terrestre che si apre agli sguardi”.

 

I primi interventi che ne modificarono l’aspetto risalgono al XIV secolo e furono quelli relativi alla merlettatura del muretto d’attico che fece assumere al palazzo l’aspetto di “castello fortificato”. Rimase abbastanza immutato fino al 1635-36, quando Giovanni de Sandoval, cavaliere dell’Alcantara, lo acquistò e vi apportò delle pesanti modifiche per adattarlo alle proprie esigenze abitative. In occasione di questi lavori fu chiusa la terrazza per l’aggiunzione di un altro piano, e fu costruito nell’ala destra del palazzo, un grande scalone che sostituì le originarie scale d’accesso.

 

Dal 1806 i Principi Notarbartolo, eredi della Casa Ducale dei Sandoval de Leon, ne fecero la propria residenza realizzando opere varie di consolidamento, ma anche lavori di ridistribuzione degli ambienti interni costruendo tramezzi, soppalchi, solai e scale interne.

 

Nel 1955 il palazzo venne espropriato dalla Regione Sicilia, e dopo quindici anni d’incuria ed abbandono nel 1971 ci fu il famoso crollo di parti dell’ala destra, già compromessa dagli interventi dei Sandoval. Gli interventi di restauro e di ricostruzione furono patrocinati dalla Soprintendenza Regionale ai Beni Culturali di Palermo e affidati all’architetto Giuseppe Caronia che nel 1991 restituì alla storia uno dei monumenti più belli e suggestivi della civiltà siculo-normanna.

 

Oggi il palazzo della Zisa ospita il museo d’arte araba, che raccoglie una notevole collezione di antichi manufatti di matrice islamica di straordinaria importanza provenienti da diversi paesi del bacino del Mediterraneo. Molto interessante, a conferma e testimonianza della singolare multietnicità della Palermo medievale, una lapide marmorea del 1149, la “Epigrafe Quadrilingue”, che riporta un’inscrizione in quattro diverse lingue: latino, greco, arabo e giudeo-arabo.
Il palazzo della Zisa fa parte dell’itinerario arabo-normanno di Palermo, Cefalù e Monreale, inserito dal 08/07/2015 nella prestigiosa World Heritage List, patrimonio mondiale dell’umanità (Unesco).

 

L’architettura

 

Il palazzo della Zisa ha un impianto planimetrico rettangolare assolutamente simmetrico e si sviluppa su tre livelli. Realizzato con conci di tufo ben squadrati, ha un aspetto solido e compatto.

 

Il prospetto principale, rivolto a nord-ovest, è caratterizzato da tre grandi fornici ogivali nel primo ordine e da una serie di arcate cieche a più rincassi nel secondo e terzo ordine, nelle quali si inseriscono le finestre, originariamente bifore con colonnina centrale e oculo nel pennacchio degli archi. I tre livelli sono marcati da sottili cornici. La cornice d’attico trasformata in merlatura presumibilmente nel XIV secolo chiude in alto la costruzione, conferendogli l’aspetto di un castello.

 

I prospetti laterali sono interrotti centralmente da due leggeri aggetti turriti, le torri del vento, che avevano la funzione di canalizzare le correnti ventose all’interno del palazzo. Un sistema di ventilazione naturale che insieme all’acqua della fontana, costituisce uno straordinario esempio di condizionamento sostenibile dell’aria.

 

Al piano terra, dal grande fornice centrale si accede al lungo vestibolo e successivamente alla Sala della Fontana, sala a iwan di tipo islamico a pianta cruciforme con copertura a crociera ogivale, aperta ad oriente in un continuum con la natura.  L’acqua sgorgava al di sotto dell’aquila mosaicata scivolando lungo una lastra obliqua e incanalandosi attraverso due vasche quadrangolari, che dividono simmetricamente l’ambiente, per poi confluire nella grande peschiera posta all’esterno dell’edificio. Le tre grandi nicchie su ciascuno dei lati della stanza si chiudono in alto con semicupole decorate da muqarnas; tutte le pareti della sala sono decorate con fasce a mosaico e tarsie marmoree in opus sectile. Sopra la fontana sono ancora visibili resti di affreschi parietali che risalgono ai Sandoval.

 

Il primo piano è occupato in buona parte dalla Sala della Fontana e dal vestibolo d’ingresso, che si presentano in doppia altezza. Le due scale d’accesso si aprono su due vestiboli che si affacciano con delle piccole finestre sulla grande Sala. Questo piano era la zona residenziale privata del palazzo.

 

Originariamente il secondo piano ospitava un grande atrio centrale scoperto, delle stesse dimensioni della sottostante Sala della Fontana, con al centro un impluvio di cui si conservano ancora le tracce; questo avrebbe dato luce e aria alle due unità residenziali poste simmetricamente ai lati. Oggi “l’atrio” ha lasciato il posto ad una grande sala centrale, intervento che risale al XVII secolo; adiacente ad essa è la sala belvedere, aperta verso la città attraverso un’ampia finestra centrale e due più piccole laterali.

 

Gli appartamenti privati sono decorati con muqarnas e nicchie rettangolari. Condotti scavati nello spessore dei grossi muri avevano il compito di far circolare l’aria e refrigerare tutti gli ambienti.

 

La Zisa è un connubio culturale di rara bellezza architettonica, emblema di un territorio, quello siciliano, che vive ancora oggi di contaminazioni e promiscuità.

 

Indirizzo: Piazza Zisa, 90135 Palermo
Tel: +39 091 7489995
E-mail: palazzodellazisa@coopculture.it
Orari ingresso: dal martedì al sabato dalle 9.00 alle 19.00
domenica e festivi dalle 9.00 alle 13.30
Biglietto singolo intero: 6,00 €
Biglietto singolo ridotto: 3,00 €
Gratis la prima domenica del mese