Renato Guttuso

 

(Bagheria 26 Dicembre 1911-Roma 18 Gennaio 1987)

 

Nasce il 26 Dicembre 1911 a Bagheria, ma i genitori preferiscono denunciarne la nascita a Palermo perché in contrasto con la città a causa delle loro idee liberali.
La città natale,tuttavia, è molto importante nella formazione del pittore, perché lì, giovanissimo, entrò in contatto con il mondo della pittura, e anche perché continuerà a fornirgli per tutta la vita uno straordinario repertorio di immagini e colori.

Appena tredicenne, comincia a firmare e datare i propri quadri (piccole tavolette dove per lo più copia i paesaggisti siciliani dell’ottocento).

 

Negli anni seguenti comincia a frequentare l’atelier del pittore futurista Pippo Rizzo e l’ambiente artistico palermitano e  partecipa a Palermo alla sua prima mostra collettiva.

 

Nel 1931 partecipa con due quadri alla Quadriennale Nazionale d’Arte Italiana a Roma e ha occasione di vedere dal vivo le opere dei più grandi artisti italiani che lo impressionano profondamente. Per vivere a Roma esegue alcuni lavori di restauro alla Pinacoteca di Perugia e alla Galleria Borghese di Roma.

 

A causa del servizio militare trascorre il 1935 a Milano, dove ha occasione di stringere grandi amicizie con artisti come SassuManzùFontana con cui dividerà lo studio, ed intellettuali come il poeta Salvatore Quasimodoed Elio Vittorini. Malgrado queste amicizie, però, il periodo milanese è contrassegnato da una profonda depressione causata probabilmente anche dalle durissime condizioni economiche che lo opprimono nel capoluogo lombardo.

 

Nel 1937 si trasferisce definitivamente a Roma, e stringe amicizia con Alberto MoraviaAntonello Trombadori e Mario Alicata che avranno un ruolo determinante nella sua adesione al partito comunista, nel quale si iscriverà nel 1940.. Sono gli anni delle straordinarie nature morte, della “Fucilazione in campagna e della “Fuga dall’Etna”.

 

Nella stesso anno conosce Mimise Dotti che sarà sua compagna per tutta la vita.
Continua la sua straordinaria produzione artistica dipingendo nudi, paesaggi, nature morte e realizza la “Crocifissione” il quadro suscita un grande scandalo e il Vaticano proibisce ai religiosi di guardare l’opera.
Nel 1943 lascia Roma per motivi politici e partecipa attivamente alla resistenza antifascista. Della lotta partigiana ha lasciato una struggente testimonianza artistica nella serie di disegni realizzati con inchiostri delle tipografie clandestine intitolati “Gott mitt Uns”.

Trasferitosi a Parigi,stringe con Picasso,un’amicizia che durerà tutta la vita;tornato in Italia, fonda il movimento Fronte Nuovo delle Arti, un raggruppamento di artisti molto impegnato politicamente con l’obbiettivo di recuperare le esperienze artistiche europee che, a causa del fascismo, erano poco conosciute in Italia. Nel 1950 ottiene a Varsavia il premio del Consiglio Mondiale per la Pace, nello stesso anno tiene la sua prima personale a Londra. Comincia a collaborare alle più importanti riviste italiane e internazionali con scritti di teoria e critica d’arte.

 

Nel ’71 riceve dall’Università di Palermo, la laurea Honoris Causa . L’anno dopo, riceve il premio Lenin e gli viene dedicata una grande mostra all’Accademia delle arti di Mosca.
Nel 1985 intraprende un’opera monumentale, affrescando l’intera volta  del soffitto del teatro lirico Vittorio Emanuele di Messina, rappresentando “la leggenda di Cola Pesce”.
Nel 1986 dipinge un ciclo di opere dedicato al tema del gineceo che culmina nel quadro ”Nella stanza le donne vanno e vengono…”, ultimo grande sforzo del pittore che resterà incompiuto.

 

Il 18 gennaio del 1987 muore lasciando alcune opere, tra le più importanti, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Altre opere e una ricca raccolta documentale,vennero da lui stesso precedentemente affidate al museo che la sua città natale, Bagheria, gli ha intitolato.