Lionardo Vigo

 

(Acireale, 1799 – Acireale, 1879)

 

Grande esponente della cultura siciliana del XIX secolo, fu poeta, filologo e politico. Fu uno dei maggiori studiosi delle tradizioni e dei costumi popolari siciliani.

 

Nel 1830 iniziò a raccogliere canti tradizionali nel dialetto dell’isola, in franco-lombardo, in siculo-lombardo e in albanese.

 

Al suo impegno si deve la rinascita nel 1832 dell’Antica Accademia Zelantea di Acireale, fondata nel 1671.

 

Nel 1835-36 collaborò attivamente con il giornale «Lo Stesicoro» e nel 1840-41 con «La Specola».

 

Il 1848 rappresentò il crinale della sua vita: al tempo dei moti visse a Palermo a contatto diretto con Ruggero Settimo, Mariano Stabile, Emerico e Michele Amari, dopo essere stato eletto Rappresentante di Acireale alla Camera dei Comuni del Parlamento siciliano. Proprio in questo ruolo votò per la decadenza della dinastia borbonica, ma deluso dall’esperienza rivoluzionaria, si ritirò dalla vita politica, definendo il governo provvisorio «insolente, pavido e nemico della generale intelligenza».

 

Nel 1857 pubblicò una raccolta di Canti popolari siciliani, riedita nel 1874 col titolo Raccolta amplissima, all’interno della quale il testo Lamentu d’un servu o santu Crocifissu fu oggetto di una pesante censura da parte delle autorità borboniche.

 

Dopo l’Unità si dedicò alla ricostruzione della memoria risorgimentale della sua città, e già nel 1860 si recò a Torino per perorare la causa dell’istituzione di un tribunale ad Acireale, e la realizzazione del porto di Capo Mulini.