Ciclo pittorico nella Chiesa di Maria SS. Addolorata di Aspra, Bagheria, 1931-32

 

 

 

Tra il 1930 ed il ’31 il giovanissimo Guttuso, insieme all’amico scultore Giuseppe Pellitteri, realizza, su incarico del parroco monsignor Cipolla, la decorazione del cappellone della Chiesa dell’Addolorata di Aspra, frazione di Bagheria, da poco elevata a Parrocchia da cappella della vicina Villa De Cordova.

 

I dipinti rappresentavano l’Incontro della Madonna con Gesù sulla strada del Calvario, la Preghiera di Gesù nell’orto e la Pentecoste. Il tono “popolare” delle energiche figure, ancora acerbe nella costruzione ma possenti e dai colori accesi, insieme al fatto risaputo che il pittore aveva fatto posare come modelli pescatori e povera gente della borgata marinara, suscitò presto accese polemiche, al punto che la Curia ne ordinò la distruzione. L’episodio verrà narrato, non senza una certa ironia, anche nel film di Giuseppe Tornatore Baarìa (2009).

 

Il monsignor Cipolla, nell’intento di risparmiarli, vi fece porre davanti dei grandi reliquiari e fece coprire con un velo di calce ciò che rimaneva visibile, ad eccezione dei due angeli suonatori sull’arcone, per i quali avevano posato Topazia ed Orietta Alliata, figlie dei Duchi di Salaparuta e amiche di Guttuso, che risiedevano nella vicina Villa Valguarnera.

 

Con il trascorrere degli anni, dei dipinti si era ormai quasi persa memoria; finchè nel 1991, poco tempo dopo la morte dell’Artista, su iniziativa del parroco del tempo don Mario Di Lorenzo si è deciso di riportarli alla luce, con un primo intervento conservativo, ad opera della restauratrice Nicoletta Garraffa, finanziato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali.

 

Le pitture recuperate, al di là del loro valore strettamente artistico, costituiscono oggi una significativa testimonianza dell’attività giovanile del pittore e del suo legame con il paese natale.