Vucciria, 1975

 

olio su tela, cm 300 x 300

Palermo, Steri

 

 

Come ebbe a scriverne lo stesso Guttuso, questo dipinto, forse la più celebre tra le sue opere, ci appare come “una grande natura morta, con in mezzo un cunicolo entro cui la gente scorre e si incontra”.

 

Presentata tra la fine del 1974 e gli inizi del ’75 nella Galleria “La Tavolozza” di Palermo e successivamente nella Galleria Toninelli di Roma, l’opera venne poi acquistata dall’Università di Palermo e collocata nella sede del Rettorato, allo Steri; l’Artista decise di destinare il ricavato a borse di studio di perfezionamento in Storia dell’arte.

 

Egli aveva dipinto la tela nell’arco di alcuni mesi, nel 1974, facendo arrivare nel suo studio di Velate, vicino Varese, frutta e verdura di giornata per ricreare e poter così riprodurre, i colori del mercato palermitano.  In effetti, l’insieme si presenta brulicante di vita, una natura viva piuttosto che morta: nell’impatto di colori in piena luce, le figure quasi si inerpicano facendosi largo tra l’abbondanza delle bancarelle stracolme di ogni sorta di cibi in una visione sinestetica di colori, sapori, suoni ed odori, che rende perfettamente l’antica, caotica vitalità dei mercati storici palermitani.

 

La forza evocativa del grande dipinto, meglio e più che l’esperienza diretta del luogo, ormai snaturato e privato della sua autenticità, ha generato nel tempo affascinanti trasposizioni letterarie e teatrali, come il racconto di Andrea Camilleri La Vucciria. Renato Guttuso (2008) e Il quadro nero ovvero La Vucciria, il grande silenzio palermitano, opera per musica e film di Roberto Andò e Marco Betta (2015).

 

Nel 2021 il dipinto è stato oggetto di un nuovo allestimento, immersivo e tecnologico, curato da Marco Carapezza, Paolo Inglese e Maria Concetta Di Natale e realizzato dall’architetto Maria Carla Lenzo. Oggi esso è collocato nella Sala delle Armi dello Steri, al centro della parete di fondo, in un rinnovato percorso espositivo che rinsalda il legame fra questi due simboli fortemente identitari della città di Palermo, appunto la Vucciria e lo Steri.