Hippana, Montagna dei Cavalli

 

 

Coordinate: 37°42′05.63″N 13°26′12.57″E

 

Storia, descrizione, emergenze, reperti rilevanti

 

La Montagna dei Cavalli (1007 m) si eleva a sud di Prizzi, nei Monti Sicani.

Il rilievo, che domina le valli dei fiumi Sosio e San Leonardo, si configura come una roccaforte naturale per l’impervia morfologia orografica. L’asperità del luogo, unita alla ricchezza delle foreste e delle risorse idriche facevano di questo un luogo assai favorevole per l’insediamento soprattutto in età arcaica.

Della città ubicata su questa altura e del nome di Hippana abbiamo le prime notizie storiche da Polibio, a proposito del suo assedio ed espugnazione da parte delle truppe romane durante la prima guerra punica.

Dai rinvenimenti ceramici e da una serie di deduzioni storico-archeologiche possiamo ipotizzare che genti probabilmente sicane occupassero questo sito a partire dal VII sec. a.C.  Come per altri centri della Sicilia centro-occidentale

i contatti commerciali e culturali coi greci (Imeresi e Selinuntini e successivamente gli Agrigentini) avvennero tra la fine del VII e il VI secolo a.C. E certamente in quel periodo analoghe relazioni con la Sicilia punica dovettero essere frequenti. La scarsità di rinvenimenti ceramici nel V secolo a.C., diversamente dalla maggior frequenza di reperti dell’età arcaica, potrebbe farci pensare ad un periodo di crisi demografica della cittadina in quel secolo. Come per Iaitas ed altri centri sicani il IV secolo a.C. invece fu caratterizzato da una vivace ripresa economica ed urbanistica, dovuta forse anche all’arrivo di nuovi abitatori, probabilmente mercenari campani. Certamente greca è invece l’impronta delle costruzioni in età ellenistica. Lo denotano le nuove cinte di fortificazione, le strutture murarie degli edifici, le terrecotte figurate, la preziosa orificeria e soprattutto la presenza dei resti di un teatro di medie dimensioni edificato sulla cima del monte.

 

 

Insomma, come Iaitas, nel IV secolo a.C. la cittadina si ellenizza completamente, benchè storicamente è assai probabile che in quel secolo essa per un certo periodo fosse sotto il controllo militare dell’eparchia punica. Oltre ai resti dell’abitato e del teatro è rilevante il rinvenimento di bande d’argento dorato provenienti dalla necropoli occidentale e di una intrigante laminetta a sbalzo con un volto trifronte (una divinità? Di quale pantheon cultuale?), probabilmente frutto dell’artigianato locale. L’esistenza di questi gioielli, come anche di una zecca di monete di bronzo e argento, ci inducono a pensare che la cittadina avesse un’industria metallurgica raffinata e che godesse soprattutto tra IV e II secolo – analogamente ad altri centri sicani in quel periodo – di grande prosperità e floridezza.

Il III secolo a.C. vide una fase crisi per Hippana, ma la città restò vitale fino alla metà del secolo quando avvenne quanto da principio riferito da Polibio.

 

 

Bibliografia
V. Tusa, De Miro, Itinerari archeologici. Sicilia Occidentale, Roma 1983
VASSALLO, Di terra in terra, Palermo 1993
C. MICHELINI, sv. Montagna dei Cavalli in Bibliografia topografica della colonizzazione greca in Italia e nelle isole tirreniche vol. X, Pisa Roma 1992
A. Tullio, Itinerari archeologici in Sicilia, Palermo 2002
VASSALLO, in Sicani, Elimi e Greci. Storie di contatti e terre di frontiera, Palermo 2002