Vincenzo Bellini

 

(Catania, 3 Novembre 1801-Puteaux, 24 Settembre 1835 )

 

Considerato uno fra i più celebri compositori e operisti dell’Ottocento,Vincenzo Salvatore Carmelo Francesco Bellini studiò musica fin da giovanissimo nel capoluogo etneo che vide i suoi natali; poi, a partire dal 1819,grazie a una borsa di studio offerta dal comune di Catania, si trasferì a Napoli per perfezionarsi al Real Collegio di Musica di San Sebastiano dove,tra i suoi maestri, ebbe Zingarelli che lo indirizzò verso lo studio dei classici e verso il gusto per la melodia piana ed espressiva senza artefici e abbellimenti.Qui, come condiscepoli, ebbe Mercadante, Maroncelli e il calabrese Florimo con il quale avrà uno stretto rapporto di amicizia per tutta la vita.In questo periodo compose musica sacra, alcune sinfonie d’opera e alcune arie per voce ed orchestra.

 

Nel 1825 presentò la sua prima opera (“Andelson e Salvini”) al teatrino del conservatorio; l’anno dopo ottenne il primo grande successo con “Bianca e Fernando” che al teatro San Carlo di Napoli ,andò in scena con il titolo di “Bianca e Gernando” per non mancare di rispetto al Principe di Borbone.L’anno dopo ancora, gli venne commissionata un’opera da rappresentare al Teatro della Scala di Milano,fornendogli l’occasione di lasciare Napoli e l’amore infelice per Maddalena Fumaroli, che non potè mai sposare per opposizione da parte del padre di lei. Alla Scala ottenne uno strepitoso successo con le opere “Il Pirata” e “La Straniera”, meno fortuna ebbe, invece, a Parma con “Zaira”; evidentemente lo stile di Bellini mal si adattava al gusto del pubblico di provincia,più tradizionalista. Ma per il pubblico di Milano scrisse le sue opere più famose: “La Sonnambula” e “La Norma”.

 

La svolta decisiva per la sua carriera di musicista coincise con la sua partenza dall’Italia alla volta di Parigi, dove entrò in contatto con alcuni dei più grandi compositori d’Europa, tra i quali Chopin; che influenzò il suo linguaggio musicale arricchendolo di colori e soluzioni nuove. In questo periodo compose i “Puritani” e numerose romanze da camera di grande interesse alcune delle quali in francese.

 

La sua brillante carriera e la sua vita,però, furono bruscamente stroncate a meno di 34 anni a causa di una infezione intestinale che si rivelò fatale; fu sepolto nel cimitero Pere Lachaise dove rimase per oltre 40 anni vicino a Chopin e Cherubini; nel 1876 la salma fu traslata nel Duomo di Catania.

 

Nelle varie tappe che segnarono il ritorno in Patria, il feretro fu accolto ovunque con grande commozione;giunto, infine, nella sua città natale, vennero celebrate esequie solenni alle quali parteciparono migliaia di persone, alcuni parenti e una folta rappresentanza di autorità civili, militari e religiose.

 

Dotato di una prodigiosa vena melodica, Bellini dedicò la sua breve vita alla composizione. Il suo talento nel cesellare melodie di limpida bellezza conserva,ancora oggi, un’aura di magia che non ha tempo.Egli portò, prima a Milano e poi a Parigi, una eco della cultura mediterranea romantica, abbagliando altri musicisti, come Wagner che volle ambientare in Sicilia una sua opera, prendendo come modello la chiarezza del canto belliniano.