(Polizzi Generosa 12 Novembre 1882-Fiesole 4 Dicembre 1952)
Scrittore, giornalista e critico letterario, da giovane si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza su pressione del padre che lo voleva avvocato, ma subito si trasferisce a Firenze presso lo istituto di Studi Superiori dove inizia la collaborazione con l’Archivio per lo studio delle tradizioni popolari di Pitrè.
Nel 1903 due suoi interventi relativi all’opera di D’Annunzio vengono favorevolmente recensiti da Benedetto Croce,che pubblicherà anche la tesi di laurea di Borgese con il titolo “Storia della critica romantica in Italia”; intanto fondava la rivista “Hermes” nella quale comparvero le sue prime prose.
Tra il 1907 e il 1908 soggiornò due anni in Germania come corrispondente de “Il Mattino” di Napoli prima,e de “La Stampa” di Torino poi, e ciò gli permise di scrivere il volume “La Nuova Germania”; in questo arco di tempo si collocano anche i suoi più importanti saggi : le tre serie di La Vita e il Libro, e Studi di letterature moderne, oltre alla fondazione di due nuove riviste: “La nuova cultura” e “Il conciliatore”
Nel 1918 iniziò la sua collaborazione con “Il Corriere della Sera” che continuerà fino alla sua morte pur tra alti e bassi.
Confermato all’insegnamento di estetica e storia della critica (creata appositamente per lui presso l’università di Milano)si dedica alla stesura di un romanzo: “Rubè”.
Nel 1931 la sua esistenza ha una svolta, in corrispondenza con il suo trasferimento negli Stati Uniti dove inizia una nuova vita;insegna storia della critica ed estetica all’Università di Berkeley, Letteratura italiana e comparata allo Smith College di Northampson, si impegna in un appassionato e continuativo attivismo politico fondando, insieme a Salvemini, la “Mazzini Society” per far conoscere in America le reali condizioni dell’Italia e fornire un aiuto agli esuli. In questi anni pubblica uno dei suoi testi più significativi:”The March of Fascism” che consacra la sua fama di grande oppositore al regime (fu anche promotore del Comitato per la Costituzione Mondiale, che egli riteneva necessaria dopo le ferite inferte alle coscienze in seguito al secondo conflitto mondiale,e in seguito all’esplosione della bomba atomica su Hiroshima).
Rientrato in Italia per un breve periodo, dopo un’assenza di 18 anni, risalì sulla sua vecchia cattedra di estetica a Milano in mezzo ad una gran folla assiepata sia nell’aula magna che nelle stanze attigue.
Morì improvvisamente la notte del 4 Dicembre del 1949 a Fiesole, dove si era stabilito.
Oltre ad essere un grande giornalista e critico letterario, Borgese fu anche un valido scrittore (oltre a “Rubè” ricordiamo anche il romanzo “I vivi e i morti”) ;nella sua produzione troviamo anche molte opere poetiche, racconti, opere teatrali e parecchie novelle (“La città sconosciuta”, “Le belle”, “Il sole non è tramontato”….).
La sua attività giornalistica e politica viene testimoniata in molti volumi.