Napoleone Colajanni

 

(Castrogiovanni, 28 Aprile 1847-Castrogiovanni, 2 Settembre 1921)

 

Attratto in giovane età dalle attività di Giuseppe Garibaldi, nel 1860,a soli 13 anni, tentò di raggiungerlo a Palermo sfuggendo ai genitori, ma senza riuscirvi. Due anni dopo, nel 1862, però, l’attrazione delle idee garibaldine si manifestò nuovamente; il passaggio di Garibaldi da Castrogiovanni fu, per Colajanni l’occasione per arruolarsi coi garibaldini, con i quali raggiunse l’Aspromonte, dove fu fatto prigioniero dalle truppe governative e deportato alla Palmaria.

 

Nel 1866, tornato libero, si arruolò nei carabinieri genovesi, e poi, l’anno successivo, riprese a lottare al fianco di Garibaldi nella campagna dell’Agro Romano, ottenendo una medaglia d’argento al Valor Militare.

 

Due anni dopo, il 26 febbraio 1869, fu arrestato a Napoli per aver preso parte a una cospirazione repubblicana. Restò in carcere fino al 20 novembre quando fu liberato in seguito all’amnistia emanata in occasione della nascita dell’erede al trono di Vittorio Emanuele III.
Dopo aver conseguito la laurea in Medicina partì per l’America del Sud, prima di tornare in Italia per dedicarsi allo studio della sociologia e continuare la sua attività politica, già iniziata nel 1872 con l’elezione a consigliere comunale a Castrogiovanni e proseguita nel 1882 come consigliere provinciale. Nel 1890 fu eletto per la prima volta deputato nazionale, ma continuò la carriera accademica, diventando professore di Statistica all’università di Palermo nel 1892.

 

Dopo avere svolto un ruolo da leader di fatto dei repubblicani in Parlamento, muovendosi da promotore di iniziative parlamentari come l’inchiesta sull’Eritrea (1891) e la denuncia dello scandalo della Banca Romana (1892), nei primi anni del decennio fu leader dei Fasci dei lavoratori siciliani, rompendo duramente con Francesco Crispi nel 1894 per lo stato d’assedio in Sicilia. Fra le sue numerose prese di posizione e iniziative, troviamo anche la presentazione di un disegno di legge col quale si dà il via alla creazione dell’Ufficio del Lavoro .
L’anno successivo, il 12 aprile 1895, prese parte da promotore al congresso fondativo del Partito Repubblicano Italiano. Allo scoppio della prima guerra mondiale, nonostante le sue idee antimilitariste, fu un fervido sostenitore dello schieramento interventista, prima di condurre una vigorosa campagna contro l’Avanti, organo del Partito Socialista Italiano appena sottratto alla direzione di Benito Mussolini, e di criticare apertamente le simpatie bolsceviche di parte del PSI.

Muore il 2 settembre 1921.