Vitaliano Brancati

 

(Pachino, 24 Luglio 1907-Torino, 25 Settembre 1954)

 

Nato a Pachino, a soli 13 anni si trasferì, con la famiglia, a Catania e ciò influenzò la sua formazione umana e culturale. Aderì al Partito Nazionale Fascista e si laureò con una tesi su Federico De Roberto. Subito dopo si trasferì a Roma come giornalista per “Il Tevere” prima e “Il Quadrivio” poi. Nel frattempo compone un poema drammatico(“Fedor”) e un dramma(“Piave”) ma vengono rifiutate perché di chiara ispirazione fascista.

 

Decise di dedicarsi alla stesura di un romanzo e, ispirandosi alla piccola borghesia siciliana, scrisse “L’amico del vincitore” in forma satirica,e ,subito dopo, “Singolare avventura di viaggio” che fu sequestrato dalla censura fascista per immoralità.

 

Rientrato in Sicilia, si dedicò all’insegnamento fino al 1941, quando decise di tornare a Roma dove scrisse “Gli anni perduti” da lui stesso considerato il suo primo vero romanzo, nel quale si delinea il suo allontanamento dalla ideologia fascista.

 

Nel 1942 pubblica “Don Giovanni in Sicilia”, romanzo di satira al gallismo siciliano; nello stesso anno conosce l’attrice di teatro Anna Proclemer, se ne innamora e la sposa dopo 5 anni.

 

Trasferitosi definitivamente a Roma, pubblica, a puntate, “Il bell’Antonio”, una satira di costume che, attraverso l’impotenza del protagonista, fa intravedere la crisi e il fallimento del regime.Il romanzo incontrò il favore di critica e pubblico e nel1950 vinse il premio Bagutta.

 

Separatosi dalla moglie nel 1953, si trasferì a Torino dove morì il 25 settembre dell’anno seguente.

 

Nel 1955, con la prefazione di Alberto Moravia, venne pubblicato il suo romanzo incompiuto “Paolo il caldo”.