Luigi Capuana

 

(Mineo,28 Maggio 1839-Catania,29 Novembre 1915)

 

Nato da una famiglia di agiati proprietari terrieri, Capuana frequenta il Reale Collegio di Bronte che deve abbandonare dopo solo due anni, per motivi di salute, proseguendo, però, gli studi da autodidatta; conseguito il diploma si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza di Catania,lasciandola per partecipare all’impresa garibaldina come segretario del Comitato Insurrezionale di Mineo e, in seguito, come cancelliere del nascente consiglio civico.

 

Nel 1864 si trasferisce a Firenze dove frequenta i più noti intellettuali dell’epoca e inizia a collaborare con il quotidiano “La Nazione” nel quale pubblica la sua prima novella “Il dottor Cymbalus”.

 

Inizia a scrivere novelle ispirate alla vita siciliana,con personaggi e fatti grotteschi e tragici della propria provincia, che cercano di mettere in rilievo il lato comico di ogni situazione, anche la più seria, come nella raccolta “Le Paesane”.

 

Ma le opere più felici del Capuana sembrano essere le fiabe, scritte in una prosa svelta, semplificate al massimo, ricche di ritornelli, cadenze e cantilene.Di queste, l’unico volume reperibile è “Si conta e si racconta”.

 

Nel 1868 ritorna in Sicilia pensando di restare per poco tempo, ma la morte del padre lo costringe ad una permanenza prolungata; diventa, dapprima, ispettore scolastico, poi consigliere comunale di Mineo,infine sindaco dello stesso paese.E’ in questo periodo che si accosta alla filosofia idealistica di Hegel.

 

Nel 1875 si reca a Roma per un breve soggiorno e,poi, a Milano, dove collabora al “Corriere della Sera” come critico letterario e teatrale.A Milano pubblica la sua prima raccolta di novelle (“Profili di donne”) e il romanzo “Giacinta”, considerato il manifesto del verismo italiano.

 

Nel 1880 ritorna a Mineo e inizia a scrivere il romanzo che, vent’anni dopo, lo renderà celebre :”Il Marchese di Roccaverdina”.Fino al 1888 vivrà tra Catania e Mineo, per trasferirsi, poi, nuovamente a Roma  dove rimarrà fino al 1901, pubblicando numerose fiabe, novelle e saggi critici, oltre al romanzo “Profumo”.Nel 1900 ottiene una cattedra presso l’Istituto Femminile di Magistero a Roma, e qui conosce Pirandello e approfondisce la sua amicizia con D’Annunzio.

 

Due anni dopo ritorna a Catania per insegnare lessicografia e stilistica all’Università di Lettere, e a Catania morirà nel 1915 poco dopo l’entrata in guerra dell’Italia.