Stanislao Cannizzaro

 

(Palermo,13 Luglio 1826-Roma,10 Maggio 1910)

 

Figlio del magistrato Mariano Cannizzaro, all’età di 10 anni, in seguito alla morte del padre, inizia i suoi studi nel Real Collegio-convitto Carolino Calasanzio, dal quale uscirà nel 1837 per aver contratto il colera.Dopo una lunga convalescenza, riprende gli studi interessandosi a retorica, filosofia, lettere e matematica.

 

A 15 anni appena, si iscrive all’Università degli studi di Palermo per laurearsi in Medicina, ma ben presto sposterà il suo interesse verso la chimica.La mancanza di strutture adeguate lo costrinse a tentare i primi esperimenti in casa propria.Nel 1845 si reca per due anni a Napoli per partecipare al Congresso degli Scenziati Italiani dove suscita le attenzioni di illustri chimici, tanto che gli viene offerto il posto di Preparatore Straordinario nel laboratorio di chimica dell’Università di Pisa per due anni.

 

Tornato in Sicilia nel 1847, prende parte alla rivoluzione del ’48, viene nominato ufficiale d’artiglieria e poi eletto alla Camera dei Comuni come deputato di Francavilla.

 

Si conquistò la fiducia del Governo Rivoluzionario, che nel Settembre dello stesso anno, lo inviò a Taormina per raccogliere forze cittadine contro l’avanzata delle truppe borboniche.

 

Dopo l’armistizio del 13 Settembre rimase a Taormina come Commissario del Governo Rivoluzionario Siciliano e dopo la rottura dell’armistizio, seguì le truppe nella ritirata fino a Palermo.Il suo nome venne iscritto nelle liste di proscrizione per cui,il 23 Aprile 1849, caduta la rivoluzione siciliana, fu condannato a morte e costretto ad imbarcarsi verso Marsiglia.Nell’Ottobre successivo raggiunge Lione, dove studia le industrie, e poi si reca a Parigi, ma ottiene una cattedra di chimica e fisica al Collegio Nazionale di Alessandria. Qui, disponendo di un piccolo laboratorio, scopre la “Reazione di Cannizzaro”(le aldeidi aromatiche, in una soluzione alcolica di idrossido di potassio, dismutano in una miscela di acidi e alcoli corrispondenti).

 

Nel 1855, chiamato alla cattedra di chimica dell’Università degli Studi di Genova, si scontrerà con l’usuale assenza di strutture per la ricerca scientifica e la cronica indifferenza della burocrazia ministeriale a tali problemi. Soltanto nell’anno successivo riuscirà ad ottenere un nuovo locale per poter continuare le proprie ricerche.

 

Nel 1865 diviene socio dell’Accademia nazionale delle scienze. Dopo aver insegnato a Pisa e Napoli, occupa la cattedra di chimica organica e inorganica all’Università degli Studi di Palermo. Qui, per dieci anni, fino al 1871, studia i composti aromatici e le ammine. Dal 1866 al 1868 ricopre l’incarico di rettore della Università di Palermo.Nel 1871 ottiene una cattedra di chimica all’Università di Roma e diventa senatore per i suoi meriti scientifici; del Senato diventa vicepresidente. In seguito, come senatore e come membro del Consiglio per la pubblica istruzione rende importanti servigi alla causa dell’educazione scientifica in Italia.