Giovanni Agostino De Cosmi

 

(Casteltermini, 5 Luglio 1726-Palermo, 24 Gennaio 1810)

 

Primogenito di Domenico, mercante di tessuti genovese trasferitosi in Sicilia,che ebbe qualche importanza nella formazione del figlio, poiché ne seguì i primi studi, guidandolo nell’apprendimento della storia e della cosmografia; per il resto la sua educazione si svolse come convittore nel seminario dei chierici di Girgenti dove studiò lettere, filosofia, teologia. Morto il padre nel 1740, la famiglia si trovò in ristrettezze, ma il giovane entrò ugualmente nel collegio domenicano dei Ss. Agostino e Tommaso a Girgenti, dove studiò sacri canoni e morale, ottenendo nel 1748 il suddiaconato.

 

Nel 1749 venne nominato maestro di retorica nel seminario locale e, contemporaneamente, riprese gli studi di storia antica, moderna e religiosa e dei grandi classici latini.

 

Nel 1751, ritiratosi dall’insegnamento, il D. tornò a Castelterminì per riprendere lo studio della lingua latina, della geometria euclidea, della fisica, della matematica e della logica. Venne nominato curato-economo della chiesa di Casteltermini per circa tre anni,poi si recò per un breve soggiorno a Palermo. Nel 1755 il nuovo vescovo lo confermò a Casteltermini nella cattedra di retorica nel seminario di Girgenti. Pochi mesi dopo, però, tutti abbandonarono il seminario. Tornò a Casteltermini, ed iniziò una scuola privata nella sua casa. Nel 1762 gli venne affidata la doppia carica di direttore spirituale del seminario dei chierici ed esaminatore del clero nel 1764.

 

Venne anche eletto predicatore della cattedrale e per la prima volta affrontò l’oratoria in italiano, abbandonando il dialetto siciliano, in cui aveva fino ad allora tenuto le sue prediche.

 

Nel 1768 divenne canonico della cattedrale di Catania e qualche anno dopo venne incaricato dal nuovo vescovo di riorganizzare le scuole del seminario di Catania, in seguito fu incaricato dal governo di Napoli di redigere un piano di riforma per la regia università.

 

Si recò per qualche mese a Roma poi tornò a Catania dove riprese il canonicato della cattedrale; l’anno seguente venne nominato custode a vita della biblioteca detta ventimiliana.

 

Nel 1780si interessò al programma di riforme del vicerè Caracciolo per cui si dedicò alle pubblicazioni economiche,poi ebbe l’incarico di direttore generale della riforma delle scuole in Sicilia.

 

Continuò la sua attività di organizzazione culturale e di studio fino agli ultimi anni della sua vecchiaia, lunga e serena.

 

Morì a Palermo il 24 gennaio 1810. La salma venne seppellita nella chiesa di S. Maria di Gesù a Palermo.