Federico De Roberto

 

(Napoli ,16 Gennaio 1861-Catania, 26 Luglio 1927)

 

Nacque a Napoli nel 1861, da Federico senior, ex ufficiale di stato maggiore del Regno delle Due Sicilie e dalla nobildonna Marianna Asmundo.

 

Trasferitosi con la famiglia a Catania nel 1870 dopo che il giovanissimo Federico subì la dolorosa perdita del padre, salvo una lunga parentesi milanese e una più breve a Roma, Federico visse all’ombra, gelosa e possessiva, di donna Marianna nella città etnea dove si iscrisse all’Istituto tecnico “Carlo Gemmellaro”; in seguito frequentò il corso di scienze fisiche, matematiche e naturali all’Università, ed ebbe pertanto una prima formazione scientifica, alla quale affiancò presto l’interesse per gli studi classici e letterari, allargando la sua cultura al latino.

 

Fu presto conosciuto negli ambienti intellettuali per la sua attività di consulente editoriale, critico e giornalista sulle pagine di due settimanali che uscivano a Catania e aRoma: il Don Chisciotte e il Fanfulla della domenica.
Per l’Editore Giannotta fondò la collana di narrativa dei “Semprevivi” ed ebbe modo di conoscere Capuana e Verga con i quali strinse una salda amicizia.

 

Nel 1883 raccolse in un volume dal titolo Arabeschi, tutti i suoi scritti di arte e letteratura e nel 1884 avviò la collaborazione, utilizzando il suo vero nome, con il Fanfulla della domenica.

 

Decisivo fu per De Roberto il trasferimento a Milano nel 1888 dove fu introdotto da Verga nella cerchia degli Scapigliati, e conobbe Arrigo Boito, Giuseppe Giacosa eGiovanni Camerana, consolidando sempre più la sua amicizia con lo stesso Verga e Capuana.

 

Nel periodo del suo soggiorno milanese collaborò al Corriere della Sera e pubblicò diverse raccolte di novelle e romanzi, fra i quali quello che è considerato il suo capolavoro, I Viceré, nel 1894.

 

Nel 1897 ritornò a Catania, dove rimase fino alla morte, salvo brevi viaggi nel continente. A Catania ebbe un incarico come bibliotecario e visse sostanzialmente appartato e deluso per l’insuccesso della sua opera narrativa.
Alla morte del Verga il De Roberto riordinò in modo accurato le opere del grande scrittore suo conterraneo ed iniziò uno studio biografico e critico che però rimase interrotto per la sua prematura morte avvenuta a Catania per un attacco di flebite il 26 luglio 1927.