Giuseppe Benedetto Dusmet

 

(Palermo, 15 Agosto 1818-Catania, 4 Aprile 1894)

 

Nato a  Palermo, fu battezzato col nome di Melchiorre.

 

Il padre, ufficiale di marina, discendeva da famiglia ricca di tradizioni militari; perciò, quando il primogenito avvertì il richiamo della vita monastica, si sforzò inutilmente di fargli cambiare idea; infatti,nel 1839, raggiunta l’età prescritta, Melchiorre iniziò il noviziato assumendo definitivamente il nome di Giuseppe Benedetto.

 

Pronunziati i voti nel 1840 e ricevuti nello stesso anno gli ordini sacri, nel 1841 fu ordinato sacerdote, ma rimase nel chiostro conducendo una vita fatta di ascesi e operosa carità, in tutto e per tutto conforme alla regola benedettina,anche se tale rigore mal si adattava allo stile di vita troppo mondano della Sicilia pre-quarantottesca.

 

Nominato priore del monastero napoletano dei Ss. Severino e Sossio, restò a Napoli fino al 1852; poi fu restituito, in qualità di priore e amministratore, al monastero di S. Flavia a Caltanissetta.

 

Nel 1858 il capitolo generale lo promosse al rango di abate e lo inviò a reggere il monastero di S. Nicolò l’Arena a Catania, celebre in passato come luogo di rigida osservanza monastica e come centro di vita intellettuale,ma divenuto,nel tempo, luogo di “eterna delizia” come descritto da De Roberto ne “I Vicerè”.Egli dovette perciò intervenire anzitutto su una totale rilassatezza dei costumi dei monaci,ma ciò che misero a dura prova le sue qualità furono la soppressione degli Ordini religiosi privi di finalità sociale e l’incameramento dei loro beni,eventi che lo spinsero a rivolgersi al prefetto di Catania in difesa dei diritti storici della Chiesa.

 

Nel 1867fu nominato arcivescovo di Catania da Papa Pio XI,verso il quale ebbe un atteggiamento di grande devozione.

 

Nei ventisette anni in cui resse la diocesi di Catania il D. operò una riforma dei costumi del clero,e si dedicò all’assistenza e all’istruzione, realizzando seminari, dormitori, centri di soccorso per gli anziani, scuole per giovani e operai.

 

Un attivismo che non assunse mai connotati politici.

 

Durante i disastri che successero a Catania ( epidemie di colera, carestie, ciclone, eruzione dell’Etna)egli fu sempre vicino al suo popolo, sollecito delle sofferenze e pronto a intervenire anche di persona per alleviarle, rafforzando la già acquisita fama di santità con il segno del miracolo che la voce pubblica gli attribuiva per aver fermato la lava dell’Etna ormai prossima ai centri abitati.

 

Fedele alle sue origini, rifiutò, nel 1882, la nunziatura di Madrid offertagli da Leone XIII.  Gli fu,però, affidato l’incarico di presiedere a Roma,nel Dicembre1886, il congresso degli abati benedettini di tutto il mondo.

 

Intanto l’11 nov. 1889, venne promosso al cardinalato, ma ciò non mutò affatto la sua vita, che continuò a svolgersi in diocesi e al servizio della gente, nel segno di una totale continuità con il passato.

 

Egli si spense a Catania il 4 aprile 1894.