Francesco Ferrara

 

(Palermo 7 Dicembre 1810-Venezia 22 Gennaio 1900)

 

Nacque a Palermo dove si formò presso le scuole dei Gesuiti e dei Filippini.

 

Intraprese gli studi di medicina ma li abbandonò per dedicarsi alle scienze economiche e sociali.

 

Nel 1836 fondò a Palermo il «Giornale di Statistica» e il «Giornale di Commercio».

 

Fu tra i protagonisti del movimento antiborbonico; dopo la repressione dei moti del 1848 fu esiliato in Piemonte, dove insegnò economia politica, fondò importanti periodici come «La Croce di Savoia», «Il Parlamento» e «L’Economista», promosse la pubblicazione della «Biblioteca dell’Economista», della quale curò la prima serie.

 

Trasferitosi a Pisa nel 1858, a seguito di aspri contrasti con l’ambiente politico sabaudo, dopo la spedizione dei Mille rientrò in Sicilia, impegnandosi nella difesa dell’autonomia siciliana. Nel 1868 fondò, a Firenze, la Società di Economia politica e nel 1874, la Società Adam Smith, collaborando assiduamente anche con la «Nuova Antologia».

 

Nel 1867 fu ministro delle Finanze del governo Rattazzi, battendosi per la vendita dei beni ecclesiastici e l’abolizione del corso forzoso. Nel 1881 fu nominato senatore del Regno.

 

Il suo approccio teorico, innestato nell’economia politica classica, si distinse per la concezione soggettiva del valore e per l’impostazione di politica economica nettamente liberista, tesa a denunciare la connivenza fra intervento pubblico e monopoli privati.

 

Socio nazionale dei Lincei, attrasse nella sua orbita, tra il 1850 e il 1875, i maggiori pensatori italiani e dette impulso agli studi economici;fu sempre molto prevenuto verso l’uso della matematica nell’economia politica ritenendo che quest’ultima dovesse avere a oggetto l’uomo e non la natura; fu questo a determinare un certo suo isolamento e allontanamento dai pensatori economici e politici del tempo.

 

Morì, quasi novantenne, a Venezia dove si era trasferito nel 1868 come direttore della Scuola Superiore di Commercio.